Perché è così importante giocare in gruppo?

Perché è così importante giocare in gruppo?

L’attività ludica è un mezzo di comunicazione immediato, il modo più adeguato per entrare in contatto con l’altro. Un gioco in gruppo ci aiuta a prendere riferimenti e confrontarli con le nostre caratteristiche, cioè osservare gli altri come specchio di noi stessi. Facilita il processo di integrazione che ci fa sentire parte della comunità, aiutandoci a comprendere le somiglianze e le differenze, attivando la disciplina nel gruppo. Si possono provare tutti tipi di rapporti “buoni e cattivi”, di dominio, di solidarietà, di protezione, di aiuto, di complicità, di sottomissione.

In sintesi, il gioco è uno strumento che ci aiuta a capire il mondo attraverso l’esperienza della gestione delle proprie emozioni, di stare con gli altri, di conoscere le possibilità e i limiti e di riconoscere la ricchezza di vivere.

Invitare a giocare è una motivazione. No si necessita creare la necessità perché è già presente nell’essere umano.

Il gioco inoltre è un generatore di empatia molto efficace. Una relazione empatica contiene, sostiene, sottolinea gli atteggiamenti nelle relazioni e ci permette di vedere più chiaro il nostro comportamento e quello degli altri.  Le tecniche ludiche di gruppo o no, sono uno strumento importantissimo nella scoperta delle proprie potenzialità e limiti. Se si gioca in relazione empatica come accade per esempio in un gruppo integrato, l’atmosfera di fiducia accogliente faciliterà il movimento libero di tensioni, quello che permette l’espressione globale mente-corpo-energia. Il soggetto vive la propria esperienza con più consapevolezza. Questo è possibile soltanto se il nostro sguardo si orienta verso “l’essere”, se siamo molto precisi nel valutare il percorso e non il risultato, se eliminiamo il giudizio e soprattutto, se siamo capaci di mettere in azione tutta la nostra capacità ludica senza pregiudizi.

Estratto dal “Libro de Actas del V Congreso de Musicoterapia de España” . Barcelona – Workshop tenuto da Alicia Barauskas. “Il gioco come motivante e generatore di empatia”

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